Racconti di volo  e dintorni



Diario di Praia, 17-20 marzo 2011
aggiornato il 29 03 2011



[in volo sull'isola di dino]


Amiche e amici parapendisti, Manzoni ci aveva preso davvero. Ricordate il finale di marzo 1821?

Oh giornate del nostro riscatto!
Oh dolente per sempre colui
Che da lunge, dal labbro d’altrui,
Come un uomo straniero, le udrà!
Che a’ suoi figli narrandole un giorno,
Dovrà dir sospirando: «io non c’era»;
Che la santa vittrice bandiera
Salutata quel dì non avrà.

Se la dovranno proprio sospirare Fabio, Manuel, Massimo, Ciprian e tutti quelli che dovevano fare il famigerato SIV. Non avranno salutato né bandiera né manica a vento nelle giornate del grande anniversario, e si sono persi tanto.

Sì, perché se SIV non c’è stato, c’è stato invece IV, Incidente in Volo (vero). Istruttore unico Bruno Gigolò, che all’insaputa di tutti aveva genialmente messo a punto questo corso, che per fortuna degli assenti – e soprattutto sua… - potrà riproporre anche in futuro. Su questo altro non ci è qui consentito di dire, se non che il buon Bruno ha davvero avuto, e fin troppo, il polso della situazione. E che mai avevamo sentito Maurizio urlare “a destra!! Vai a destra!!!” con tanta foga, manco Teodoro Bontempo o Francesco Starace si sono mai visti così accalorati nell’indicare la linea ai camerati.

Quattro giorni di Praia hanno offerto davvero di tutto. Ad eccezione della gnocca che ormai, è ufficiale, dalle parti del parapendio non si vede davvero. Non parliamo qui di Silvia che in quanto donna del capo è per definizione intoccabile, o se volete, fatto Cesare il capo, è al di sopra di ogni sospetto. Né di Speranza, che da buona cinese nega sempre l’affare e comunque è sempre avanti, irraggiungibile. E poi si sa che con lei non c’è speranza…
Il solo avvistamento causale è stato fatto al caffè in piazzetta, che infatti ha quadruplicato le vendite di cornetti e paste nei giorni del corso. Ma poi, per dirla in termini chiari, non c’è stata proprio condizione!
Ma vediamo nel dettaglio i protagonisti della quattro giorni.
Iniziamo da Nicholas: abbiamo capito che Nicholas ormai è la prima fonte per l’economia, direttamente o indirettamente, di tutta la contea praiense. Devi fare colazione? Ti indica la pasticceria. Affittare una bici? Ecco il ciclista! Cenare? Giù la lista di trattorie. Problemi di stomaco? Lì c’è la farmacia. Vertebre incrinate? Il pronto soccorso sta lassù. E via dicendo. Senza Nicholas il paese si ferma, e probabilmente pure la manica a vento.
Dunque, Nicholas, continua così. Ti abbiamo visto dall’alto, sulla spiaggia, l’unico che ha preso un po’ di sole, forse il bersaglio in atterraggio era un gigantesco riflettore abbronzante montato apposta per la tua tintarella di primavera.

E comunque i nostri voli ce li siamo fatti. Chi più chi meno, chi più lungo chi meno lungo, insomma anche nel parapendio alla fine si misura tutto. Minuti, centimetri o euro.
Partiamo da questi ultimi.

Sono tempi magri, lo sappiamo tutti. Tremonti è lì ogni giorno a ricordarcelo. Mettere mano a portafogli sempre più vuoti è dura per tutti. Ma per T Rex è un vero dramma. Lo abbiamo visto all’azione, impegnato nel recupero del minimo centesimo, attento all’ultimo decimale, ossessionato perfino dal dopo la virgola. Si dice che abbia fatto il mutuo per l’attrezzatura all’insaputa della moglie che non si spiega perché ancora lui non l’abbia portata all’agognata crociera sul Nilo per il loro cinquantesimo. Che intanto è passato da sei anni e sul Nilo le feluche non ci navigano più. Poi però si batte per un euro come manco gli alpini sul Carso. Un grande. E quando per miracolo spende è una sofferenza, una stimmata, una piaga. E naturalmente la lamentela è sempre in agguato. Così è in trattoria, ma come è possibile che non ci sia la coda alla vaccinara in un ristorante di cucina tipica calabrese! Per il T Rex di Trastevere è semplicemente incomprensibile, non si può capacitare che fuori dalle Mure Aureliane, dove solo a causa del parapendio ha avuto ventura di spingersi (dopo avere tentato invano decolli dal Gianicolo), si mangi diversamente. Un trasteverino puro e duro, che se Bossi se lo porta appresso al Nord raddoppia i voti all’istante…

Intanto, into the air, qualcuno se la spassa. Alessandro, per esempio, che non si capisce ancora bene se è il figlio di Massimo Troisi o uno dei ragazzi della squadra di football del film Bulldozer. Se ne sta in volo per un tempo inaudito, lui dice che ha provato a fare di tutto per scendere, ha tirato le A, ha tirato le B, ha tirato due madonne, niente da fare, la vela non ne voleva sapere di scendere. I maligni sospettano però che sia rimasto estasiato da quella grande luce che stava sull’orizzonte e già pensava di proporre alla Philips di farne una uguale, una luce così bella da sembrare davvero naturale non ricordava di averla vista neppure sul catalogo della Zumtobel…

L’altro che se ne sta sulle nuvole è Mario, ormai ufficialmente appellato Furio. Anche lui, almeno mezz’ora. Ma che fa? Qualcuno ha azzardato che si fosse messo a mappare le case per mandare ai proprietari un po’ di proposte di assicurazione, tanto – avrà pensato – l’assicurazione non ce l’avrà nessuno perché nessuna casa a Praia è in regola. Oppure ha preso a puntualizzare tra sé e sé che l’isola di Dino ha una forma strana per essere un’isola, che un’isola dovrebbe avere un profilo più canonico mentre questa è davvero anomala, che insomma così non va proprio. E intanto sta su ancora.

Questi i polli. Poi ci sono i professionisti.

Uno è Michel, che per il parapendio ha cambiato perfino continente e risparmia furiosamente sul cibo per iscriversi al prossimo SIV. Sembra che in stanza dorma sulla selletta e che abbia più volte tentato di accoppiarsi con la vela imballata. Ma come diamine fa a essere così fluido in aria se ha iniziato con tutti noi? Abbiamo fatto una piccola ricerca su internet e lo abbiamo alla fine beccato sul sito dell’armada bolivariana del aire, il corpo speciale dei paracadutisti d’élite venezuelani. Michel come le ragazze del Grande Fratello che le vedi e dici cazzo ma queste da dove saltano fuori e poi si scopre che a sedici anni facevano le vallette su Telenorba. Sul sito non c’è dubbio, è lui, Michel, in divisa da parà, che stringe la mano estasiato a Chavez. Arcano risolto.

L’altro bravo è Maurizio, che si trascina dietro un soprannome immeritato, povero Cotechino. Fa tutto alla perfezione, apre, spiega, gonfia, alza, corre, decolla, pilota, atterra, piega, ripone, tutto perfetto. Per lui il parapendio è un’autentica vocazione. Si è licenziato per avere più tempo per fare i gonfiaggi sul tetto di casa, il suo impegno è davvero encomiabile. Si è portato un miniparapendio in India, tra un incontro e l’altro di lavoro gonfiava nei cessi del politecnico di New Dehli e sulle ascensori dell’Hilton di Mumbai.

Non possiamo però terminare questo diario senza ringraziare Maurizio. Che non sarà teutonico quanto ad organizzazione – gli appuntamenti sono sempre come gli oracoli di Delfi, tocca a ciascuno interpretarli secondo coscienza - ma da vero guru ci azzecca sempre. Ci aveva promesso voli e abbiamo volato. Ora stiamo cercando tutti assieme di risolvere una volta per tutte il problema delle comunicazioni con lui, quando uno si iscrive alla scuola ha un’impennata improvvisa della fattura del telefono, perché tocca chiamarlo almeno 10 volte al giorno, per la metà c’è gente che ha vinto cause di stalking… Abbiamo sentito la Vodafone che sta mettendo a punto un’offerta apposita per la scuola di parapendio, e portiamo pazienza.

Come abbiamo portato pazienza con Manoa, che in 20 minuti di risalita alla guida dell’improbabile furgone spara più cazzate di Lillo e Greg in tutta la carriera e quasi quasi si avvicina a SB, al cui confronto però, di strada, ancora ne deve fare….

Per concludere ancora con Manzoni… “pensino ora i miei venticinque uditori che impressione dovesse fare sull'animo dei poveri polli, quello che s'è raccontato”.

Ma se v’è piaciuto, non mancate al prossimo appuntamento e soprattutto, non cambiate il cronista!

Testo di:
marco rusconi
allievo V.D.S.
Foto di:
silvia vodafone
nicholas rinaldi
don kotekino
dannato muso giallo
maurizio savino






[pray for sun - don kotekin non partecipa]



[kotekino: "ekkekkazzo di tempo, eppure lassù lo sanno che sono qui!"]



[si aspetta ed ecco un timido sole]



["se sta laggiù, adesso arriva anche da noi"]



[onda su onda]



[si vola: miguel]



[si vola: l'inseguimento]



[bene, oggi c'è il sole]



[spiaggia di lampedusa, clandestina libica]



[in volo: mario-furio-magda]



[ennò-chenonsiscénde-nonsiscénde!]



[nuvolao]



[click!]



[bersaglio]



[sei coooorta]



[di chi sarà lo scarpone?]



[t-rex: un'orma dal passato]



[t-rex #2]



[t-rex #3]



[passera #1]



[passera #2]



[arriveduar #1]



[arriveduar #2]